Dino Buzzati/Osvaldo Patani
LE GAMBE DI SAINT GERMAIN

 (Dino Buzzati) Osvaldo Patani, LE GAMBE DI SAINT GERMAIN. Milano, Grafica Uno di Giorgio Upiglio 1971
In 4° (cm 32x25) pp. 46, quartini sciolti in custodia in mezza tela e carta marmorata a mano con titoli in oro al dorso e al piatto. Prima ed. di 150 + X es. numerati e firmati al colophon. Nove acqueforti acquetinte a colori di Dino Buzzati, firmate a matita dall'Artista (cm 12x10; 31x24; 9x46).
Cfr. Jentsch, 1993.

"La vivezza stilistica dell'interpretazione grafica di Buzzati riecheggia la scioltezza e le originali prospettive dei suoi romanzi e racconti brevi. Le nove acqueforti colorate presentano un gioco affascinante di lunghe linee e corte prospettive. Il testo di Osvaldo Patani è una satira nella quale il fascino sessuale delle gambe femminili è esacerbato fino al culmine della follia della superminigonna degli anni sessanta. Le incisioni di Buzzati sono lievi e ariose, e rappresentano le donne, e naturalmente soprattutto le gambe, sovrapposte in una prospettiva esagerata allo sfondo di vedute diverse del Quartiere Latino a Parigi. Ne risulta una satira affettuosa e semiseria dei ‘gambaioli’, i martiri della gamba per i quali senza gambe non esiste l'amore".
(Sandra Kirshenbaum, in Fine Print, ottobre 1985).
 

"Nel mese di novembre Buzzati iniziò le acqueforti per le divagazioni poetiche sulle più belle gambe di Francia nell'atelier di Giorgio Upiglio che per l'occasione fu anche l'editore. Il volume fu subito esaurito e tutte le acqueforti furono firmate a matita da Buzzati. Al termine del lavoro mi regalò le lastre che non volle biffare. Le ripubblicheremo un giorno, mi disse. Le gambe di Saint Germain fu l'ultimo libro non scritto e il suo primo illustrato per un altro autore. Fu dunque l'estremo atto artistico poco prima del ricovero nella clinica della Madonnina. Quando Buzzati arrivava da Upiglio dopo la ripidissima scala da 'via ferrata dolomitica' un poco affaticato prima di sedersi intorno al rustico tavolone, (. . .) sempre così stilé si toglieva la giacca scura di cachemire per affiatarsi subito con gli altri (. . .) Per l'illustrazione con le gambe in primo piano e il sottofondo della piantina del quartiere latino, Buzzati si fece spedire dal corrispondente del Corriere della Sera da Parigi la mappa della città per essere il più preciso possibile. Ma è un fatto che Buzzati oltre che esigentissimo cronista e scrittore è stato un esigentissimo pittore e non meno nelle sue illustrazioni che chiudono il suo ciclo letterario illustrativo. L'ultima volta che lo vidi citò una frase di Paul Valéry:  Non conosco arte che possa impegnare più intelligenza del disegno ".
(Osvaldo Patani, Atelier Upiglio, Torino, Allemandi, 1986)