LEONARDO
CASTELLANI
(Faenza 1896 – Urbino 1984)
Dopo l’Accademia di Belle Arti di Firenze frequentata
nel 1914-1915 assieme a Osvaldo Licini nella sezione di scultura, Leonardo
Castellani viene chiamato alle armi fino al marzo 1920, pubblicando in quello
stesso anno il suo primo libro 2 quaderni, sorta di diario stampato
nella tipografia forlivese dello zio.
Nel soggiorno romano degli anni ’20 segue
le esperienze del gruppo futurista di Filippo Tommaso Marinetti, stringendo
amicizia soprattutto con Giacomo Balla.
Partecipa alla III Biennale romana e
alla Biennale Internazionale di Venezia, tiene la prima personale già nel 1927.
Un anno dopo comincia a svolgere il lavoro di docente e, da autodidatta, a
incidere: la prima acquaforte (Paesaggio) risale al 1928-29. Nel 1930 è
chiamato ad Urbino a ricoprire la cattedra di calcografia presso la Scuola del
Libro. La terrà per trentotto anni, producendo nella cittadina marchigiana la
quasi totalità della sua opera incisa: oltre 1500 lastre secondo quanto
riportato dalla moglie Edvige Castellani e Gualtiero De Santi nel volume di
referenza L’illimite lirico, Teramo,1994.
Virtuoso del bulino,
artista, poeta, Castellani si cimenta in molteplici iniziative. Pubblica nel
1946 in 160 esemplari il volume Pagine senza cornice e diventa promotore e
curatore di Valbona (1957-1961), rivista dove testi e incisioni si
integrano con rara eleganza.
Leonardo Sciascia scopre Leonardo Castellani non
attraverso l’incisione ma grazie alle prose che questi pubblica su Il Mondo di
Pannunzio. Seguono la corrispondenza prima e un sincero sodalizio poi:
porteranno nel 1955 alla pubblicazione della plaquette di Castellani Quaderni
di un calcografo nella collana I quaderni di Galleria ,
diretta da Sciascia. Valbona ospiterà poi due testi di
Sciascia. Sul filo del doppio registro, letterario e incisorio, altre
collaborazioni seguiranno tra i due.
Nell’arco di una vita, Castellani ha una
feconda attività espositiva: sono 56 le mostre personali e 158 quelle collettive,
con una significativa partecipazione, dal 1926 al 1956, a molte Biennali
veneziane così come alle mostre promosse dalla Calcografia Nazionale di Roma.
Tra le antologiche più importanti, quelle di Urbino, Faenza, Klagenfurt e
Milano (Castello Sforzesco).
I LIBRI
(Leonardo
Castellani) Diego Valeri, PETIT TESTAMENT. Verona,
Editiones Dominicae 1970.
Leonardo Castellani, LA GLORIOSA MIRABILE NATURA. Pesaro, Edizioni della Pergola 1991.
Leonardo Castellani, INVITO IN SICILIA. Pesaro,
Edizioni La Pergola 1973.
Leonardo Castellani, PAGINE SENZA CORNICE. Urbino, Istituto d’Arte del Libro, 1946.
Leonardo Castellani, PAROLE E OGGETTI. Bologna,
Amici dell’Arte 1974.
Leonardo Castellani, LA COLLINA DI EPSON.
Urbino, Argalia 1971.
Leonardo Castellani, IMPOSSIBILI BREVI.
Vicenza, Neri Pozza 1967.
(Leonardo Castellani) Carlo Bo,
ASPETTANDO IL VENTO. Ancona, Edizioni L’Astrogallo 1976.
Leonardo Castellani, URBINO E I SUOI DINTORNI.
Milano, Grafiche Nava 1973.
(S. Bartolini, Castellani, Ciarrocchi, Manaresi, Manfredi) Pippo Bianchetti, SEI LETTERE D’AMORE. Verona, Chimerea Officina 1972.