Renzo Vespignani/Libero De Libero
SETTEMBRE TEDESCO
 
(Renzo Vespignani)  Libero De Libero – SETTEMBRE TEDESCO  - Verona, Editiones Dominicae 1962
Formato cm. 36x26. Pagine (1), 21. Volume in brochure di colore rosso contenuto in un astuccio ed una custodia in tela rigida editoriale. Rarissimo poemetto dello scrittore Libero De Libero stampato con torchio a mano in 150 esemplari, contenente una acquaforte numerata e firmata di Renzo Vespignani.
A pagina 20 del libro una Postilla di Libero De Libero chiarisce l'occasione del testo proposto e della sua ristampa: «Settembre tedesco fu scritto in memoria d’un ragazzo romano, ucciso da una sentinella tedesca di guardia a Forte Pietralata in Roma, durante l’occupazione nazista. L’autore ebbe notizia del barbaro episodio dalla lettura del verbale, che un agente di P.S, aveva rimesso alla pretura urbana qualche giorno dopo l’accaduto “Porto a conoscenza della S.V. che alle ore 8 del 22 settembre 1943, una sentinella tedesca del Forte Pietralata ha scaricato il suo mitra contro i piccoli fratelli Bin, che attendevano in quei pressi gli avanzi del rancio e che s’erano messi a ridere all’ingiunzione minacciosa di andarsene, fatto loro dalla suddetta sentinella. Claudio di undici anni è rimasto ucciso sul colpo, mentre Vincenzo di anni nove, gravemente ferito, venne ricoverato all’ospedale di Santo Spirito. Di padre ignoto essi vivevano con la madre Maria Bin all’isolato n. 9 di Pietralata”.
Ringrazio l’amico Riva di aver deciso la ristampa del mio poemetto “improvviso” che insorgeva come un grido, dopo una notizia così lacerante. Intorno alla fine di quel 1943, andò nelle mani di alcuni amici, tra i quali Enrico Falqui, lo scultore Leoncillo, il pittore Scialoja, Enrico Galuppi, il magistrato Nino Peppe che mi dette a leggere la copia del verbale, e qualche altro.

Più tardi pubblicato in uno dei primi numeri della “Fiera Letteraria” diretta dal carissimo G.B. Angioletti, nel 1949 entrò nella raccolta di “Banchetto”, edita da Mondadori. E’ stato tradotto in Francia, Inghilterra, America. Dopo tanti anni, resistendo alla indicibile tentazione di tagliare o sopprimere più d’una strofe, e perfino di abbreviarne l’impeto, mi sono limitato ad alcune varianti in versi singoli, espunte dai pentimenti del vecchio manoscritto, senza attenuare, o meglio, senza torcere il collo alla spontanea eloquenza. Se non ad altro, valga la presente ristampa almeno a volgere l’animo di qualche lettore verso il “temps des assasins”, che ancora può e deve ammonire sulla minaccia continua d’un suo ripetersi, non impossibile davvero».