CARLO MATTIOLI

(Modena 1911 – Parma 1994)


Carlo Mattioli nasce da una famiglia di artisti. Il padre Antonio, insegnante di disegno, si trasferisce con l’intero nucleo familiare da Modena a Parma, dove Carlo può seguire regolari studi all’Istituto di Belle Arti. Diplomatosi, comincia immediatamente a insegnare in Istria, ad Arezzo, a Parma, all’Accademia di Firenze e, infine, a quella di Bologna.
Intanto a Parma frequenta e ritrae i giovani intellettuali che allora gravitavano nella vivace orbita culturale della città: Ugo Guanda, Oreste Macrì, Pietrino Bianchi, Mario Luzi, Attilio Bertolucci e altri ancora.
Dalla fine degli anni Trenta, Lina, sposata nel 1937, è l’assoluta protagonista dei suoi dipinti; sono i primi Nudi e i primi Ritratti cui si affiancheranno quelli dell’unica figlia Marcella. Si apre anche, negli anni Quaranta, la stagione della grafica che avrà poi altre straordinarie parentesi, come quella delle numerose

illustrazioni degli anni Sessanta, testimonianza del suo interesse mai sopito e della sua profonda conoscenza della letteratura europea.
La grafica, tuttavia, lascia gradualmente il posto preminente alla pittura. Ai nudi, in piedi o coricati, dal 1960 al 1963, si aggiungono i nuovi Ritratti, (celebri quelli dedicati a Giorgio De Chirico, Roberto Longhi, Carlo Carrà, Giacomo Manzù, Giorgio Morandi e Renato Guttuso) che compariranno di tanto in tanto lungo l’arco decennio e poco oltre. Dal 1962 la natura morta affianca e poi sostituisce gradualmente il nudo.
Del 1943 è la prima Mostra personale, su sollecitazione di Ottone Rosai, alla Galleria del Fiore di Firenze. Dal 1948 Mattioli è puntualmente presente alle varie edizioni della Biennale di Venezia dove riceve, nel 1956, dalla commissione presieduta da Roberto Longhi, il Premio Comune di Venezia per un disegnatore. Lo stesso anno vince anche la Quadriennale di Roma.
Agli inizi degli Anni Settanta compaiono i Notturni. A metà degli anni Settanta i Paesaggi. Dal 1974 al 1985 nascono i ritratti della nipote Anna impastati con i nuovi colori dei paesaggi. Nel 1982 vengono creati i muri e le travi del ciclo per una crocefissione, tenebrosa preparazione per i grandi Crocifissi. Ma anche l’Arte Sacra, come possono testimoniare le numerose opere realizzate e donate a chiese e istituzioni religiose a partire dagli anni Cinquanta, è capitolo rilevante nella sua produzione.
Nel 1983 avviene la grande donazione all’Università di Parma. La maestosa antologica del 1984 a Palazzo Reale di Milano inaugura una lunghissima serie di esposizioni in prestigiose sedi in Italia e all’estero.
Nel 1993 esegue gli ultimi quadri a olio, i calanchi e le Apuane di notte. Poi l’ultima serie di tempere su antiche copertine di libri.